© ph. Matteo Marioli

Si fa presto a dire…. una bottiglia di vino!!

Amo sulla tavola, quando si conversa, / la luce di una bottiglia / di intelligente vino.
Pablo Neruda

 

L’idea che il contenitore per il vino sia una bottiglia di vetro per noi è scontato e del tutto normale ma, in realtà, è conquista abbastanza recente.

Bottiglie di vino © ph. Matteo Marioli

IN PRINCIPIO TERACOTTA E LEGNO
Anche se sono state trovate tracce di un suo utilizzo in molti siti archeologici delle civiltà più antiche, il contenitore di vetro aveva poco a che fare con la conservazione e il commercio del vino.
Gli antichi usavano questi contenitori di vetro per il trasporto, quello che noi oggi chiamiamo trasporto di liquidi alimentari (olio e vino) ma prevalentemente erano contenitori in terracotta, come anfore e simili. Si trattava di un materiale dall’accettabile costo di produzione e facile da reperire praticamente tutta l’area del bacino del Mediterraneo. La terracotta, del resto, è oggi tornata in auge anche per la vinificazione; il materiale poroso, consente al contempo un eccellente isolamento termico e una micro-ossigenazione salutare per il vino.
I Georgiani, che sin dalla più remota antichità vinificano in kvevri (orci in terracotta) posti sottoterra, sono la testimonianza più antica di questa tradizione.
Venne poi il momento del legno. Le anfore di terracotta, se trasportate via terra, con strade accidentate e carri trainati da animali, erano soggette a frequenti rotture con un rischio notevole per i mercanti di perdita del prezioso prodotto. Sembra siano stati i Galli gli inventori dei barili in legno: vivendo in terre ricche di boschi e foreste avevano ottima materia prima per la loro produzione (si pensi alla quercia o rovere) e quindi riponevano birra, vino ed acqua in questi contenitori, prodotti con liste di legno (doghe), piegate a caldo ed inanellate con cerchi di ferro.

Trasparenze in vigna © ph. Matteo Marioli

IL VETRO
Il vetro di per sè è un materiale di antichissima origine. Secondo un’antica leggenda, la terra d’origine è la Siria.
Qui dei mercanti fenici, per allestire un focolare da campo, utilizzarono blocchi di salnitro che, fuso dal calore e mischiato alla sabbia, diede origine a questa nuova materia. Secondo altre teorie, i primi vetri si formarono come scorie nei processi di fusione di alcuni metalli. Certo è che furono i Romani a dare un impulso fondamentale alla produzione di vetro, mentre l’invenzione della soffiatura è fatta risalire al I secolo a.C. in Palestina.
Nel Medioevo si utilizzava già la parola bottiglia: questo termine, infatti, deriva dal tardo latino buticŭla, diminutivo di butta, che significa “piccola botte”. Va detto che probabilmente l’uso della bottiglia di vetro, almeno fino all’epoca moderna, non era così diffuso e popolare, in quanto questo materiale aveva un costo piuttosto elevato. Solo verso la fine del Seicento inizierà a diffondersi, anche alle classi meno agiate, a partire dall’Inghilterra, che era divenuta una potenza commerciale in fatto di vino.
Fino al XVII secolo possiamo dire che la bottiglia non era utilizzata per la conservazione né per la commercializzazione del vino, semmai solo per il servizio in tavola. E’ del 1676 un’ordinanza fiscale francese che autorizzava la vendita di vini in bottiglia e del 1728 il decreto col quale il consiglio di sato di Luigi xv consente la libera circolazione del vino in vetro.

LA FRANCIA E LO CHAMPAGNE
Oggi potrebbe sembrare un dettaglio ma la bottiglia è sempre stata un oggetto di vitale importanza nella storia dello champagne e di conseguenza per tutti i vini spumanti. E’ grazie ad un vetro più resistente prodotto a partire dalla seconda metà del 600 che l’imbottigliamento di vino fermo poté produrre abbondante anidride carbonica.
L’introduzione della bottiglia fu importante anche perché affrancò i produttori dalla necessità di vendere il vino rapidamente, come avveniva normalmente utilizzando le botti di legno, e dando la possibilità di regolare il flusso di vendite creando i primi magazzini. Chiaramente erano solo i primi esperimenti, con perdite di volumi decisamente elevati (tra il 10 e il 20%) in quanto molte bottiglie non resistevano ad una sovrapressione imprevedibile. Se consideriamo che la presa di spuma in bottiglia crea una pressione di più o meno 6 atmosfere e che più la temperatura aumenta più la pressione aumenta, considerando che a quell’epoca il fenomeno della rifermentazione non era pienamente sotto controllo come neppure la conservazione delle bottiglie a temperatura, è facile comprendere come per decenni ancora il destino delle bottiglie sia rimasto incerto…

Bottiglie di vetro © ph. Matteo Marioli

IL VETRO E IL VINO OGGI
La diffusione del vetro come materiale per le bottiglie sarà più capillare soprattutto dopo la rivoluzione industriale, grazie alle migliorie tecnologiche che permetteranno di produrre più velocemente il vetro, con costi inferiori e di ottima qualità.
Con la produzione di massa delle bottiglie in vetro, avranno origine prodotti di forme e fogge diverse, capaci di soddisfare sia esigenze estetiche, sia caratteristiche tecniche per la conservazione del vino.
Le caratteristiche principali che devono avere le bottiglie riguardano infatti la robustezza e il colore.
La robustezza, come abbiamo visto, è una caratteristica fondamentale che ha condizionato da sempre il suo impiego. Abbiamo visto per che per i vini spumanti, necessitano di vetri robusti, che siano in grado di resistere all’elevata pressione del vino senza far esplodere le bottiglie. Proprio per questo è stata inventata la cosiddetta champagnotta, chiusa con un tappo in sughero di diametro largo con l’apice all’esterno del vetro bloccato da una gabbietta metallica. Le champagnotte sono bottiglie robuste, pesanti anche da vuote: quelle prodotte un secolo fa pesavano circa 1,3 chili.

© ph. Matteo Marioli

Oggi la champagnotta è decisamente più leggera ma è comunque più pesante di una normale bottiglia da vino fermo.
Anche il colore è importante in quanto permette di oscurare la luce ed evita che si perdano caratteristiche organolettiche del vino.
Il vino infatti è una bevanda delicata ed è molto sensibile agli agenti esterni come la luce, in particolare quella solare, e i raggi UV. Se esposto a fonti luminose viene danneggiato. Per i vini spumanti si è sempre preferito il verde, mentre il marrone per gli altri. Il verde ed il marrone, infatti, hanno una naturale capacità di mettere al riparo dalla luce il prezioso contenuto della bottiglia.
C’è un ulteriore caratteristica da tenere presente: le bottiglie in vetro salvaguardano le caratteristiche del vino, quelle in cartone e altri materiali sembrerebbero non così perfette. Molte indagini suggeriscono che tra i consumatori italiani c’è ancora un forte scetticismo nei confronti del vino confezionato in contenitori alternativi alla bottiglia di vetro. Ma il dibattito è aperto da tempo. Imballaggi alternativi per il vino e sostenibilità sono temi attuali che hanno dato impulso a numerose indagini, studi di settore e universiatri.
Tuttavia resta ancora difficile scindere il connubio bottiglie di vetro e vino di qualità. Infatti il vetro di un certo peso non solo fa marketing, ma conferisce al contenuto un’immagine di altissimo livello.
Tra gli argomenti a favore dell’utilizzo di bottiglie in vetro primeggia quello della sua sostenibilità ambientale: tra dieci bottiglie scure, nove sono prodotte con vetro riciclato (percentuale che si dimezza nelle bottiglie chiare). Da non dimenticare poi la progressiva diminuzione del peso delle bottiglie, grazie allo sviluppo della tecnologia industriale sull’esempio di quella dello champagne, il cui peso si è dimezzato nell’ultimo secolo.
Eppure il peso delle bottiglie di vetro, considerata la produzione e il trasporto, è una delle voci che “pesano” sulla produzione di gas serra. E’ stato dimostrato come l’impronta carbonica di una bottiglia di vetro sia praticamente pari al suo peso: per ogni grammo di peso prodotto si disperde nell’ambiente un peso di CO2 equivalente. E secondo uno studio commissionato nel 2011 dall’Istituto del vino in California, la produzione di vetro e il trasporto incidono per il 42% sull’impronta di carbonio del vino imbottigliato.
Oggi la sensibilità sul tema è ampia e molti vignaioli hanno intrapreso questa strada ottenendo risultati molto interessanti. Negli ultimi dieci anni sono molte le cantine che si sono attrezzate per utilizzare bottiglie più leggere, passando dai 600-750 grammi di peso medio agli attuali 450 grammi per alcune bordolesi.

LO SAPEVATE CHE  in Francia, in una strategia di sostenibilità di lungo periodo, si è pensato, in collaborazione con le vetrerie fornitrici, di sostituire la bottiglia standard (nelle bottiglie destinate ai vini spumanti lo spessore del vetro è superiore e il peso più elevato per resistere alla pressione interna), con una di 65 grammi più leggera. In questo modo, considerando i milioni di bottiglie prodotte nella regione, è prevista una riduzione delle emissioni stimata in 800 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quelle emesse da 4000 automobili per ogni anno.

Le bottiglie  © ph. Matteo Marioli

Condividi l'articolo