Il Quinto Quarto Lago d'Iseo riflessi al tramonto foto Marioli

22 marzo 2021 – Giornata Mondiale dell’Acqua

L’acqua è vita. Non è banale dirlo, ma significa cose diverse per persone diverse.
L’acqua è essenziale non solo per sopravvivere perché il nostro corpo è formato per quasi il 90% di acqua, o per proteggere la propria salute, è necessaria anche per creare lavoro, sostenere lo sviluppo economico, sociale e umano.  Minacciata dalla crescita della popolazione, dalle richieste dell’agricoltura e dell’industria, dall’inquinamento e dagli impatti negativi dei cambiamenti climatici, per ricordare la sua importanza e la necessità di preservarla e di renderla accessibile  a tutti dal 1992 le Nazioni Unite hanno istituito una ricorrenza che si celebra il 22 marzo. Si tratta della Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day). Il tema scelto quest’anno: valorizzare l’acqua.  Il sito ufficiale della manifestazione invita a condividere sui social i nostri pensieri sull’acqua, utilizzando l’hashtag #WORLDWATERDAY.

© ph. Matteo Marioli

Il valore dell’acqua è molto più del suo prezzo, sottolineano dal sito ufficiale gli organizzatori, il modo in cui la valutiamo definisce il modo in cui l’acqua viene gestita e condivisa.
Per Brescia la civiltà dell’acqua ha rivestito da sempre un ruolo importante. Basti pensare che solo i laghi principali (Garda, Iseo, Idro e Moro) insieme coprono una superficie di circa 450 Kmq del territorio, a cui vanno aggiunti i numerosi corsi d’acqua. Tre i più importanti: il Mella, l’Oglio e il Chiese.
L’acqua è ambiente, ma è anche cibo. Fino a qualche decennio fa qui la pesca era molto sviluppata, soprattutto fra il Benaco e il Sebino. Una voce importante delle attività economiche locali perché la materia prima non mancava. Le origini di questa attività sono antichissime, come confermano alcuni reperti preistorici ed incisioni rupestri.  E’ possibile ammirare Sscene di pesca impresse nei mosaici e in frammenti di affreschi romani di Brescia e di Desenzano. Verso la fine del 1800 venivano classificate ben 32 specie di pesci presenti negli specchi d’acqua dolce bresciani. Oggi le specie del lago di Garda sono più di trenta, oltre venti quelle presenti nel lago di Iseo.
Le acque interne erano pescose e il pesce d’acaua dolce era l’alimento più utilizzato dalle popolazioni rurali come cibo da mettere in tavola ogni giorno cucinato in modi diversi.  Così il laghi e i fiumi locali per secoli hanno custodito un tesoro di tradizioni gastronomiche, che col tempo si sono trasformate in piatti contemporanei capaci anche di raccontare un territorio che deve continuare a investire tempo e risorse per tutelare l’ambiente delle sue acque interne.
Tra gli esempi bresciani più famosi che vanno in questa direzione vanno ricordati il piatto bandiera di Clusane di Iseo la  Tinca al forno con polenta, che ha ottenuto i marchi De.co. e Pat, e la Sardina essiccata di Montisola, che tra i vari riconoscimenti è anche presidio slow food.

© ph. Matteo Marioli

Il pesce d’acqua dolce a lungo è stato associato a una cucina povera per questo gli è da sempre stato relegato un ruolo di secondo piano rispetto al pesce di mare. Negli ultimi anni invece ha riacceso l’attenzione del mercato e dei ristoratori, anche bresciani.
Tra autoctoni e alloctoni, le specie più apprezzate sono ancora la trota, il pregiato e raro carpione, il coregone, il luccio, l’agone, la tinca, l’alborella, l’anguilla, il persico e il salmerino.
La speranza è che il pesce di lago o di fiume, allevato o pescato, possa essere sempre più apprezzato in modo che si attivi un percorso virtuoso a tutela degli ecosistemi delle acque dolci e della valorizzazione, anche in chiave turistica, dei luoghi che li ospitano, della pesca sostenibile e degli allevamenti di qualità.

© ph Matteo Marioli

 

 

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