© ph. Matteo Marioli

Satén, elegantemente delicato

IL SATÉN, LA LIBERA ESPRESSIONE DELLA FRANCIACORTA
Quando dici Franciacorta, nell’immaginario contemporaneo si materializza subito uno tra i più importanti terroir della spumantistica mondiale, dove si producono grandi vini fin dal XVI secolo.
Ma non è di questo che vogliamo parlare, quanto piuttoto focalizzare la nostra attenzione su un vino particolare, un DOCG unico, che esiste solo in questa terra: il Satén.
Prodotto da più di trent’anni in Franciacorta, nel panorama enoico italiano, vanta diversi primati, per eleganza e delicatezza.
Dalle caratteristiche simili ai Cremant francesi, da cui prende spunto, ha saputo ritagliarsi negli anni una propria forte identità che lo distingue chiaramente dal cugino francese.
Andiamo a scoprire qualcosa di più!

Il Franciacorta Satén © ph. Matteo Marioli
La vigna © ph. Archivio Terra Moretti

LE ORIGINI
Le origini del termine Satén risalgono al 1989. Con il regolamento Cee numero 2045 il termine prima utilizzato, “Crémant”, viene limitato dal legislatore europeo ai soli vini francesi e lussemburghesi, prologo questo della diatriba italo-francese inerente al metodo di spumantizzazione e che terminò nel 1994 con l’impossibilità di utilizzare il termine “champenoise” al di fuori della Francia.
Fu così che nel 1990 Bellavista con il sostegno di altre aziende vitivinicole franciacortine diede mandato a un gruppo di esperti del mondo del vino di cercare un termine che potesse essere utilizzato per sostituire la parola “Cremant”. La richiesta però era chiara.
Bisognava
trovare un nome suggestivo, musicale, un suono particolarmente piacevole e memorizzabile, che potesse esprimere la semplicità e il ricordo sensoriale della parola “seta”.

Il Satèn, il simbolo della Franciacorta nel mondo © ph. Matteo Marioli
© ph. Matteo Marioli

La scelta cadde su “Satén”… L’intuizione giocò tutta a livello fonetico: la parola Satèn infatti non è un termine francese, ma mantiene la musicalità del francese satin (che vuol dire raso, anche in lingua inglese) e traduce visivamente la pronuncia francese in italiano.
Il termine piacque e venne depositato nel 1995 dal Consorzio Franciacorta, che registrò il marchio “Satèn” per tutelare questa precisa tipologia di spumante Franciacorta. L’espressione identificava un certo tipo di Franciacorta, quelli elaborati in modo da risultare, in una parola… più morbidi; contraddistinti da una pressione più bassa in bottiglia, rispetto agli altri spumanti metodo classico, che lascia sviluppare spuma meno insistente e più delicata.
Effettivamente il Crémant francese (de Loire, de Bourgogne, d’Alsace, eccetera) si poneva sul mercato come lo spumante più tenero e avvolgente. Più cremoso, appunto. Come ottenere, quindi, qualcosa di simile in Franciacorta?

Il Saten si abbina perfettamente con piatti di pesce © ph. Matteo Marioli

IL DISCIPLINARE
La Denominazione d’Origine Controllata e Garantita “Franciacorta” è riservata al vino ottenuto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia e la separazione del deposito mediante sboccatura, rispondente alle condizioni e ai requisiti prescritti nel disciplinare di produzione che prevede tre tipologie: il Franciacorta, Franciacorta Satèn e Franciacorta Rosé.
Secondo le regole stabilite il “Franciacorta Satèn” si ottiene da Chardonnay minimo 50%, con il Pinot bianco che può arrivare fino ad un massimo del 50% e per quanto riguarda la vinificazione del Satèn, nell’intento di non esagerare con la pressione interna, ci si limita ad un massimo di 20 grammi per litro al “tirage”: la pressione non deve superare le 5 atmosfere.

La visita in cantina © ph. Matteo Marioli
© ph. Matteo Marioli

L’affinamento sui lieviti segue i dettami delle altre tipologie superiori dei Franciacorta, cioè minimo 24 mesi per il Satèn ordinario, 30 se millesimato, 60 per il “Riserva”.
Il Satèn può essere infine prodotto solo come “Brut”, cioè con un tenore zuccherino pari o inferiore a 12 grammi per litro.Rispetto ad altri metodo classico il Satèn è sicuramente un prodotto “moderno”, di più facile lettura e più immediato, ma non per  più semplice da ottenere.
Tra le eccellenze vogliamo raccontarvi di un vino capace di trasferire nel bicchiere tutta l’originalità dell’uva. Ecco, dunque, come ci ha conquistato l’interpretazione del Franciacorta Satèn di Contadi Castaldi.

© ph. Matteo Marioli

CONTADI CASTALDI, LA NOSTRA ESPERIENZA IN CANTINA
La Franciacorta accoglie in sè una straordinaria varietà di paesaggi. Una risorsa che le vigne hanno saputo sfruttare in pieno regalando alle uve un’ampia e ricca gamma di sfumature.
Ed è proporio con l’obiettivo di trasferire nei suoi vini tutta la complessità, la piacevolezza e la dolcezza espressiva del territorio franciacortino armonizzandole, che nasce Contadi Castaldi un’altra griffe del Gruppo Terra Moretti Vino. L’azienda che che più di tutte si è specializzata nella ricerca e nell’innovazione per anticipare il gusto del futuro, cercando tra le colline bresciane i vigneti più evocativi e i vignaioli più appassionati.

Vittorio e Francescaa Moretti Presidente del gruppo Terra Moretti Vino  © ph. Archivio Terra Moretti

Sorge negli anni ‘80 ad Adro, grazie all’intuizione e allo slancio di Vittorio e Mariella Moretti, sulle vestigia della vecchia fornace Biasca dove si fabbricavano mattoni.124 ettari di vigneti sparsi in tutta la Franciacorta, consentono di ottenere fino a 48 basi spumante differenti.
«Perché nessun vignaiolo è uguale ad un altro, ed ognuno di loro si esercita ed eccelle in passioni diverse» ci ha spiegato Gianluca Uccelli, enologo in azienda da ormai due decenni, con esperienza in Bellavista.
Contadi è sinonimo di satèn: 250 mila bottiglie prodotte (pari quasi a un terzo dell’intera produzione della cantina) e circa il 60% di tutto il satén millesimato prodotto in Franciacorta.
Dinamica e contemporanea, ma profondamente legata alle proprie radici. Contadi Castaldi, insieme a Bellavista che invece è custode del Franciacorta nella sua veste più complessa e tradizionale, rappresenta una delle cantine più importanti non solo del Gruppo anche della Franciacorta.
Già il nome riporta una sintesi della storia più antica di questa parte di terra bresciana: nel Medio Evo i contadi erano piccole unità territoriali agricole, mentre i castaldi erano i signori ai quali venivano affidate le terre.

L’azienda di Adro (Bs)  © ph. Archivio Terra Moretti

LA DEGUSTAZIONE

Gianluca Uccelli, enologo © ph. Matteo Marioli

Il Satèn è un vino giovane, profumato che conquista. Guidati prima nella visita alla cantina e poi nella degustazione, con Gianluca abbiamo imparato che esistono versioni di Satén che si pongono al di sopra di qualsiasi speculazione sullo stile. Sono vini schiettamente territoriali, abili nel consegnare il carattere dell’annata di vendemmia. Ed questo deve essere il Satén: un prodotto basato sull’equilibrio, sul pieno bilanciamento, sulla grazia e sulla completezza.  Un vino ottenuto da sole uve chardonnay, vitigno principe della Franciacorta occupa quasi l’80% del vigneto.
Arriviamo alla sala degustazione, dove ci aspetta una verticale davvero interessante.
Con Gianluca passiamo in rassegna 5 annate: 2011, 2013, 2014, 2015 e 2017.

La degustazione © ph. Matteo Marioli

2011 – Ottima prestazione per un metodo classico di dieci anni. Oro netto con riflessi bruniti; è grasso al naso, su sensazioni di mandorla e nocciola, legno dolce, fiore di acacia, vaniglia. Morbido al sorso, che tende ad allargarsi più che cercare la profondità; tende ad indebolirsi leggermente dopo la prima parte dell’assaggio, ma ancora piacevolissimo.

Profondità d’annata © ph. Matteo Marioli

2013 e 2014 – Come tutte le annate degustate, nel bicchiere troviamo nitidamente l’annata climatica: sembra una banalità, in realtà è la dimostrazione di come l’azienda lavori esclusivamente in vigna, senza alcun intervento correttivo in cantina! Due annate difficili, molto piovose e fredde, la ‘14 ancor più della ‘13 con una vendemmia che durò quasi un mese e mezzo…. Quindi satén intriganti, comunque armonici, più chiusi rispetto gli altri. Spuma fine e tenace; al naso bouquet di idrocarburi, sentori autunnali, alloro, con sfumature minerali e metalliche di gran carattere. La sintesi aromatica è coinvolgente anche all’assaggio. Da riprovare tra qualche anno.

2015 – Splendido! Senza girarci troppo intorno, uno dei migliori satèn mai assaggiati da chi scrive…. Ha naso di frutta croccante e asprigna, fiori bianchi come il gelsomino, mandorla, gesso. Perfette la calibrazione del gusto e la pressione dell’effervescenza, estesa la persistenza; istiga a riempire il bicchiere!!

2017 –  Sulla falsariga della ‘15, di un’armonia elegante, vira più sul fruttato che sul floreale, freschezza e rotondità. Superbo lavoro, in un’annata in cui le gelate tardo primaverili avevano distrutto tra il 50 e l’80% dell’uva! Avvolgente e setoso, ha un buon finale sapido. Gran bottiglia, tuttora in fase di “decollo”.

 

I diversi formati © ph. Matteo Marioli

LO SAPEVATE CHE… ancora oggi intorno all’origine del nome Satèn ruota intorno la storia di una “leggenda”?  Tra le botti e le bottiglie si racconta infatti che un bel giorno due importanti personaggi del vino di Franciacorta, si trovassero in trasferta a cena in un locale veneziano. Discutevano sul nome da dare al vino. La conversazione fu interrotta bruscamente dall’ingresso in sala di una bellissima ed affascinante donna solitaria. Sembrava che il mondo si fosse fermato per ammirarla, l’unico suono che si poteva sentire era il suadente, morbido e avvolgente fruscio del suo abito in seta… Non appena il tempo riprese a scorrere tra i due uomini scatto uno sguardo di intesa e  insieme decisero che da quel momento avrebbero smesso di cercare un nome da dare al vino perché si sarebbe chiamato Satèn!

 

Contadi Castaldi
Via Colzano, 32, 25030 Adro,
Franciacorta (Brescia)
Telefono: 030 745 0126
Mail: econtadicastaldi@contadicastaldi.it

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