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Malfatti al Bagoss

I malfatti compaiono e colorano i piatti dei bresciani soprattutto in primavera, quando erbette e spinaci sono al loro meglio. Con pane e formaggio questo ortaggio di stagione regala leggerezza alle preparzioni primaverili. Dalla consistenza morbidissina.
Nella sua semplicità è un piatto che mette tutti d’accordo. In più i malfatti al Bagoss della Trattoria Porteri a Brescia, da sempre in carta, rappresentano la passione per le tradizioni tramandate di generazione dopo generazione. Oggi a condurre l’attività di ristorazione è la quinta.

La Trattoria Porteri © ph. Matteo Marioli
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I fratelli Porteri © ph. Matteo Marioli

La Trattoria Porteri, che porta il nome del capostipite Gino Aleardo Porteri, ha aperto i battenti nel 1995, forte di una tradizione gastronomica di prossimità che ha contribuito ad animare e far crescere Borgo Trento fin dal 1875, quando la  famiglia Porteri migra dalla Val Trompia in città, con l’intenzione di avviare una salumeria nel quartiere storico.
Oggi è Francesca Porteri a occuparsi della gestione della sala e dell’accoglienza del cliente, mentre il fratello Marco è primo chef proprio in quella cucina dove fin da giovanissimo ha mosso i primi passi, ancora prima di diplomarsi all”alberghiero. Qui la tradizione dei malfatti si tramanda dalle nonne alle mamme, dalle mamme alle figlie. Ma è Marco che oggi è depositario cusode delle ricette di famiglia, come quella dei malfatti al Bagoss, che in occasione dell’evento culturale Brescia-Bergamo 2023 saranno tra i protagonisti di un menù speciale tutto bresciano.  A scuola di mano in mano si tramanda un piatto “povero” ma ricco di tradizione e sapore.
Intenso, come quello del formaggio Bagoss. Ci hanno regalato la loro ricetta raccontandoci un po’ della loro esperienza nella videostoria di marzo, qui il link per poter seguire passo passo i consigli per preparare degli ottimi malfatti.

I malfatti al Bagoss © ph. Matteo Marioli
Gli ingredienti © ph. Matteo Marioli

INGREDIENTI
3 kg di spinaci freschi oppure 2,5 kg se congelati (1,2 kg da cotti)
300 gr. ricotta
400 gr. pane grattugiato
100 gr. grana
300 gr. Bagoss giovane
200 gr. Bagoss stravecchio
burro, salvia, rosmarino e timo a piacere

 

PROCEDIMENTO

Pulite gli spinaci e lessateli. Una volta raffreddati, strizzateli e tagliateli al coltello.Unite tutti gli ingredienti: ricotta, pane grattugiato, grana, e dadini di Bagoss nella planetaria e lavorare l’impasto fino a quando risulta omogeneo. 

Fasi della preparazione © ph. Matteo Mariol

Lasciatelo riposare in frigorifero per due ore ( meglio ancora per una giornata intera) e poi create degli gnocchi “malfatti” aiutandovi con della farina. Cuocete i malfatti in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con burro fuso alle erbe e Bagoss stagionato grattugiato. (Leggi qui per approfondire la storia sul formaggio tipoco di Bagolino presidio SlowFood)

Buon appetito! © ph. Matteo Marioli

 

Trattoria G.A. Porteri
Via Trento, 52 – Brescia
Telefono: 030.380947
Sito: www.trattoriaporteri.it

 

Borgo Trento, Brescia © ph. Matteo Marioli

LO SAPEVATE CHE Il quartiere quattrocentesco di Borgo Trento è uno degli storici della città? Dista pochi passi dal centro storico cittadino e storicamente  era inserito all’interno del territorio di San Bartolomeo, solo nel 1886 venne annesso alla Parrocchia di Borgo Pile.
E’ stato a lungo la via d’ingresso a nord della città. Da sempre più un borgo che un quartiere. Lo ha testimoniato e caraterizzato un certo fermento sia dal punto di vista sociale, religioso che delle attività produttive. Il nucleo antico risale al XIV secolo e si è sviluppato grazie alla presenza di attività artigiane sorte lungo il fiume Garza, da cui l’abitato è lambito. Negli anni ’30 del precedente secolo il quartiere si è accresciuto grazie alla Tranvia della Valtrompia, ultimata nel 1934, che fermava anche a Borgo Trento; tale circostanza favorì l’insediamento di nuove attività commerciali e produttive. Un nuovo impulso al quartiere fu dato, nel secondo dopoguerra, dalla costruzione dell’Ospedale Civile, che si trova a poca distanza. L’attaccamento alla tradizione della comunità che lo abita ha favorito il mantenimento di un tessuto sociale e urbanistico piuttosto coeso che tuttora lo contraddistingue.

Uno scorcio di Borgo Trento © ph. Matteo Marioli

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