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Birre di Natale, alla scoperta dei sapori dell’inverno

Insieme al cofanetto che raccoglie tutti i DPCM del 2020, non dimenticatevi di mettere delle buone birre di Natale sotto l’albero!
Quello che potrebbe sembrare l’ennesimo “trucchetto” di marketing per incassare il benestare degli amanti della birra, anche durante il periodo natalizio, è in realtà frutto di una tradizione millenaria che ha origini ben precise.

Christmas Beer, un po’ di storia
Per chi ancora non le conoscesse, queste sono le tappe salienti che hanno portato all’attuale concetto di “birre di Natale”.

La storia ci riporta in Nord Europa, in Scandinavia. E’ proprio lì che nel periodo “pre-cristiano”, i Vikinghi erano soliti brassare una forte bevanda, chiamata “Yule”, per accompagnare i dolci speziati (a base di cannella, zenzero, oggi conosciuti come “ginger bread” o “Lebkuchen”). Veniva servita in occasione dello “Jul”: una celebrazione molto sentita per accogliere il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno.  Tra i riti anche il sacrificio di un maiale in onore del dio norreno Freyr.  Tradizione che ancora oggi è rimasta nella cultura scandinava, infatti a Natale si consuma carne di maiale.

Con l’arrivo del Cristianesimo nella penisola scandinava a partire dal X secolo, nuove leggi entrano in vigore. Nonostante la sovrapposizione del Natale cristiano alla festa del solstizio d’inverno, la tradizione della birra resiste in barba alle sanzioni salate o alla minaccia della confisca di beni di proprietà per i trasgressori.

Le primissime birre prodotte per l’occasione avevano un deciso carattere maltato, dovuto all’impiego di malti scuri.

A partire dal XVIII secolo immigrati scandinavi portano il loro sapere in ambito birrario nel Nuovo Continente. Nel frattempo nel resto d’Europa nascono le prime specialità nazionali, rinominate a seconda del Paese di produzione: Biére de Noel in Francia e nelle regioni francofone del Belgio, Kerstbier nelle Fiandre e nei Paesi Bassi, Weihnachstbier in Germania, Winter Warmer nel Regno Unito.

Curioso sapere che, proprio come il vino, durante il periodo natalizio, in alcune nazioni (ed ormai sempre più anche nella nostra) si può trovare la “birra brulè”. Si, esatto! Avete capito bene: il corrispettivo di un vin brulè, ma ovviamente a base di “cervogia”. Conosciuta con il nome di Glühkriek in Belgio, poiché realizzata soprattutto partendo da una kriek, una birra a fermentazione spontanea con aggiunta di ciliegie.
Il suffisso “glü” si riferisce al fatto che la birra viene portata a bollore per consentirle di sprigionare nell’aria sfumature aromatiche tipiche del pe-riodo natalizio (note speziate e di frutta rossa).
Note con nomi diversi, ma di base realizzate con lo stesso principio sono la Glühbier, in Germania e la Grzane piwo in Polonia.

L’esperienza italiana
E nel Bel Paese che rapporto abbiamo con queste birre?
Possiamo affermare con certezza che anche nel nostro Paese queste birre sono entrate appieno nella cultura birraria nazionale e credo siano veramente pochi i birrifici che non annoverino tra le loro produzioni una birra natalizia.
Nate principalmente come prodotti d’ispirazione belga, con importanti speziature e gradazione alcolica sostenuta, recentemente le cose però sono cambiate.

** BJCP= Beer Judge Certification Program (Associazione no-profit che defi-nisce le linee guide per i parametri di classificazione di numerosi stili di birra a livello internazionale, utili ai giudici nei concorsi birrari. © ph. Matteo Marioli

Le spezie lasciano sempre più posto ad ingredienti aggiuntivi che talvolta poco o niente hanno a che fare con i sapori del Natale, ma che rappresentano per lo più il territorio locale. Anche l’altro criterio, quello dell’alto contenuto alcolico, non è più così scontato.  Sebbene il BJCP** le definisca come “Birre che suggeriscono la stagione fredda, le vacanze natalizie e possono includere spezie tipiche del periodo, zuccheri speciali e altri ingredienti che ricordano le aromatizzazioni delle bevande invernali o dei dolci di Natale” , sempre più spesso queste sono diventate prodotti che poco richiamano l’atmosfera natalizia.
E’ in costante aumento la produzione di birre “normali”, semplicemente commercializzate per il periodo natalizio a conferma del fatto che non esiste un’unica ricetta che possa far pensare ad uno stile birrario. Unico denominatore comune è che siano birre stagionali, messe sul mercato proprio in occasione delle festività natalizie.

 

L’esperienza bresciana
Se volete regalare e regalarvi una birra di Natale dal sapore bresciano, ecco qualche consiglio.

In Valcamonica il “Luppoleto Camuno” di Gianico propone una Kerstbier (Christmas Thistle 8.9 °) di ispirazione belga che combina la secchezza tipica della speziatura alle note morbide e piacevoli dei malti aromatici impiegati.  Mentre il birrificio “DARF” di Darfo Boario Terme ha pensato ad una birra che potesse accompagnare i dolci della tradizione natalizia, senza appesantire il palato. Una Trippel da 9% dai profumi di canditi, malto e biscotti.

Birrificio “DARF” di Darfo Boario T.
“Luppoleto Camuno” di Gianico

“La Dama” di Bedizzole non produce una linea prettamente natalizia, realizza tuttavia confezioni regalo all’interno delle quali trovare la CIAO FRANK, la FUMAROLA e la BRUNA, birre da accompagnamento o “da meditazione” come talvolta vengono definite dagli addetti ai lavori.

I “F.lli Trami” di Capriano del Colle come da tradizione propone ogni anno una nuova birra di Natale. Quella di quest’anno si chiama Streif 2020, ispirata ad una Strong Scotch Ale da 9 %vol, con caratteristiche decisamen-te maltate, spiccate note caramellate e leggeri sentori floreali. Produzione limitata per questa inedita ricetta, disponibile nel formato da 75 cl per un totale di 500 bottiglie oppure nel formato magnum (1.5L) con cofanetto in legno in 50 esemplari. Tutte le bottiglie sono numerate

Il  “Birrificio Carpediem” di Calvisano viene prodotta una Maerzen con miele di castagno, proposta in abbinamento con delle marmellate realizzate con la Apache (American Pale Ale di produzione propria) e con la 64DC (smoked stout)

Birrificio “F.lli Trami” di Capriano del Colle

In Franciacorta il Birrificio “Curtense” di Monterotondo ripropone anche per questo anno la birra alle castagne, prodotta con castagne in bollitura e miele di castagne.

Birrificio “Curtense” di Monterotondo

 

 

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